La chiesa di Sant’Agostino, situata nelle vicinanze di Piazza Navona a Roma, è nota per ospitare un capolavoro di Caravaggio, la “Madonna dei pellegrini”. La storia di questa opera è affascinante e rappresenta uno dei momenti salienti nella carriera dell’artista.
Nel 1603, Orinzia Cavalletti, vedova del notaio bolognese Ermete Cavalletti, desiderava commissionare un dipinto a Caravaggio per la cappella che la sua famiglia aveva acquistato all’interno della chiesa di Sant’Agostino. Questa richiesta era in linea con una volontà espressa dal defunto Ermete nel testamento redatto appena due giorni prima della sua morte.
La cappella era dedicata alla Madonna di Loreto, oggetto di particolare devozione da parte di Ermete Cavalletti, che aveva compiuto un pellegrinaggio nelle Marche poco prima di morire.
Caravaggio, incaricato della commissione, decise di rappresentare la Madonna che appare davanti a due poveri pellegrini. Questi personaggi sono dipinti con un elevato grado di realismo, con abiti sporchi e logori, dando un tocco di umanità e semplicità all’opera. La Madonna stessa è raffigurata in modo modesto, quasi come una figura popolare dell’epoca.
La “Madonna dei pellegrini” ottenne un grande successo, particolarmente tra gli strati più poveri della popolazione romana. La scelta di Caravaggio di ritrarre soggetti comuni e trasmettere un senso di realismo contribuì a rendere l’opera straordinariamente accessibile e coinvolgente per il pubblico dell’epoca.
L’opera continua a essere ammirata per la sua maestria tecnica e la capacità di Caravaggio di infondere vita e umanità nei suoi dipinti, anche quando affronta temi religiosi. La “Madonna dei pellegrini” resta un importante esempio del genio di Caravaggio nell’uso della luce, del colore e del realismo per trasmettere emozioni e coinvolgere lo spettatore.
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